Cengia Alta del Mosca (Anello da Foce a Lago)

BALZO ALTO 1370 M. 

MoscaCengiaItinerario non faticoso ma impegnativo sia per orientamento che per tratti piuttosto esposti e terreno infido (nella prima parte). Punto di partenza è Foce a Lago, detta anche Sella del Crocifisso (1103 m.), valico situato tra il Monte Coronato e il Monte di Guesse. In auto, proveniendo da Lucca. si percorre la SS12 in direzione dell'Abetone sino a Bagni di Lucca; qui la lasciamo e seguiamo le indicazioni per Montefegatesi. Prima di raggiungere il paese svoltiamo seguendo le indicazioni per la localita' Albereta. Presto la strada diventa sterrata, stretta ma ancora percorribile con cautela. Superate varie baite ed agriturismi, giungiamo alla foce, dove parcheggiamo: proseguiamo adesso  a piedi sulla strada sterrata (Strada di Siviglioli) che inizia a scendere. Arriviamo in una zona caratterizzata dalla presenza di castagni secolari dove ignoriamo uno stradello che si stacca sulla sx in salita e continuiamo dritti fino a giungere in localita' Serini (1000 m. - alcune case in pietra). Poco prima che la strada faccia un tornante a dx scartiamo sulla sx su larga traccia che sale ad alcune case; le superiamo e proseguiamo su traccia evidente che si biforca quasi subito: entrambe le vie si riuniranno poco oltre. Si inizia a risalire verso dx e superato il solco del Rio Maccione, in ambiente ora aperto,  traversiamo in orizzontale ai piedi di una grande rave (il Ravone) ben visibile anche dal basso. La traccia, ora piu' vaga, risale sul lato dx delle ghiaie con stretti tornanti fino a quando un ometto, in prossimita' di una zona erbosa nella quale la traccia torna piu' evidente, invita a traversare verso dx. Si supera un pulpito roccioso panoramico (il Porione) e si insiste sulla traccia ormai in vista del crinale SE del Monte Mosca. Raggiunto il crinale iniziamo a risalirlo liberamente fino al punto in cui inizia la parte piu' rocciosa, appena oltre un caratteristico masso squadrato: qui un ometto indica il punto (circa 1405 m.) in cui dobbiamo abbandonare la risalita della cresta NE del Mosca e l'inizio della Cengia Alta. La prima parte della cengia corre sulla piu' marcata delle stratificazioni rocciose che caratterizzano questo tratto che si affaccia sul versante Trafossi guidati da qualche ometto. Si procede in esposizione e su terreno delicato valicando varie costole fino ad approdare ad una primo ripido pendio erboso; la traccia ora sparisce e proseguiamo traversando a vista rimanendo poco sopra un faggio isolato. Valichiamo ancora una costola erbosa e puntiamo alla successiva, adesso su terreno piu' comodo. Raggiunta la successiva costola la seguiamo verso il basso per qualche metro fino ad un ometto che invita a tagliare verso sx fino a traversare l'ultimo solco. Oltre il solco la traccia torna evidente e risale verso dx per erbe ripide fino a giungere il tratto finale e piu' spettacolare della cengia. Affrontiamo questo ultimo tratto, dove la cengia torna rocciosa e molto esposta; si cammina sempre ma alla nostra dx c'è un bel salto. Al termine di questo tratto breve ma emozionante si risale un ripido invaso, preferendo il lato sx (piu' roccioso e stabile) fino a raggiungere la Sella del Balzo Alto (1335 m.): da qui si risale facilmente sulla dx alla vetta del Balzo Alto (1370 m.) dalla quale si ha un notevole colpo d'occhio sulla cengia percorsa. Tornati alla sella proseguiamo il nostro anello abbassandoci sulla dx fino a trovare i resti di una carbonaia nei pressi della quale si individua una traccia che, traversando con scarso dislivello, raggiunge Foce a Cisa (1207 m. - noi la traccia l'abbiamo persa e ci siamo aiutati col gps). Non raggiungiamo la foce ma una volta toccata la boscosa cresta N del Mosca scendiamo liberamente sul versante opposto fino al vicino ex-rifugio Fontana a Troghi (1298 m.). Dal rifugio continuiamo sulla sx seguendo i segnavia del CAI 12 che pero' abbandoniamo dopo poco, nei pressi del crinalino terminale che porta al bel pulpito panoramico della Torretta, in favore di una traccia, evidente ma non segnata, che corre parallela ma piu' bassa ed in ambiente aperto (Sentiero dello Zampino). Seguiamo la nuova traccia traversando in salita fino a quando un ometto invita ad abbassarsi ancora sulla dx in favore di un'altra traccia (qui evidente): è l'inizio della via di Valle Lappora. Il sentiero corre parallelo al CAI 12, superando alcune macchie boscose nelle quali la traccia svanisce e i molto alberi caduti rendono disagevole la percorrenza (molti ometti aiutano comunque a non perdere la giusta direzione). Raggiungiamo Colle Gabbro (1200 m.) dove seguiamo per pochi metri un evidente sentiero verso il basso fino ad un ometto che invita a lasciarla e proseguire traversando verso sx. Tagliamo orizzontalmente su pendio ripido di erba e rocce per poi calare ai piedi di una fascia rocciosa con due ripidi tornantini. Adesso le difficolta' sono terminate; si prosegue nel bosco su sentiero evidente superando il solco del Rio Bormia; si incontrano vari bivi (non segnati) che ignoriamo tenendo sempre l'evidente traccia principale (si tiene sempre la sx); nella parte finale incontriamo un bel tratto roccioso superato il quale sbuchiamo poco sotto Foce a Lago nei pressi di alcune baite (ta queste la prima che incontriamoulla sx è la Capanna di Toni). Raggiunta la sterrata per Foce a Lago, percorriamo l'ultimo tratto fino a tornare all'auto.  

NOTE:

  • Parte dell'itinerario (la Via di Valle Lappora) si svolge all'interno della Riserva Naturale Statale gestita dal Reparto Carabinieri per la Biodiversita' di Lucca; l'accesso a queste zone è quindi interdetto in assenza di specifica autorizzazione. 
  • Data la tipologia di itinerario e sopratutto le difficolta' di orientamento, il mio consiglio è, per chi è interessato a questa zona, l'acquisto di questa ottima guida "Le Dolomiti della Val di Lima e l'Orrido di Botri", nonche' della mappa ad esso collegata (del quale qui a fianco vedete uno stralcio), vera e propria bibbia escursionistica e punto di riferimento fondamentale, senza la quale non ci saremmo mai avventurati. 

 

 

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