Pizzo dell'Acquila per la sua cengia e Pizzo d' Uccello dal Torrione di Capradossa

PIZZO DELL'AQUILA 1285 M. - PIZZO D'UCCELLO 1783 M.

PizzoAquilaItinerario abbastanza faticoso ed impegnativo con il quale abbiamo cercato di combinare due percorsi per noi nuovi (la cengia del Pizzo dell'Acquila e la variante alla normale classica del Pizzo d'Uccello). Partenza dal piccolo borgo di Vinca ( 808 m. nel comune di Fivizzano, MS) che raggiungiamo da Livorno seguendo l'A12 fino a Santo Stefano di Magra dove scartiamo sull'A15 uscendo ad Aulla: qui proseguiamo sulla SS 63 e superata Rometta prendiamo a dx sulla SP10 fino al paese di Monzone oltre il quale, per strada stretta (via Poggiolo) giungiamo a destinazione. Lasciamo l'auto nel parcheggio gratuito ai piedi del paese, lungo la via Tedesca e ci incamminiamo seguendo le indicazioni del CAI 190 che dal parcheggio ci guidano tra le case risalendo fino alla piccola piazzetta intitolata ai Martiri di Vinca; proseguiamo superando il negozio di alimentari (l'unico del paese) ancora guidati dai bolli e scartiamo a sx, tra i vicoli, lungo un tratto scalinato. Per intercettare la traccia che porta alla Sella di Altana (nostra prima meta) la soluzione piu' semplice è quella di continuare sul CAI 190 fino ad un evidente bivio nel bosco segnalato da ometto (e successivamente bolli giallo-verdi) ma noi abbiamo scelto di tagliare per una intricata rete di tracce (non segnate) che raggiungono (in teoria) in maniera piu' diretta il sentiero per la Sella di Altana (dico "in teoria" perchè in realta' abbiamo perso la traccia e ci siamo aiutati col gps). Abbandoniamo i segnavia del CAI 190, mentre siamo ancora tra i vicoli di Vinca  raggiungendo via Orzale e percorrendola verso sx passando a fianco di alcuni recinti. Seguiamo ancora una traccia sulla dx che risale per prati abbandonando lo stradello e facendoci guadagnare quota. Nei pressi della zona dei Casali (caratterizzata da terrazzamenti) la traccia si infrasca (o per lo meno noi l'abbiamo persa); raggiungiamo cosi' al meglio il sentiero segnato che si stacca dal CAI 190 (bolli giallo-verdi). Proseguiamo sulla sx nel bosco di pini  inizialmente in moderata salita, fino ad intercettare una seconda traccia, proveniente da dx che si stacca ancora dal CAI 190 (piu' in alto rispetto al primo bivio citato). Lasciamo i bolli giallo-verdi e continuiamo sulla sx sulla nuova evidente traccia (qualche bollo rosso) che presto si fa piu' ripida; superiamo alcune roccette e con vari tornantini usciamo dagli alberi, in zona panoramica, traversando a sx ai piedi delle pendici rocciose meridionali del Pizzo dell'Acquila, fino a toccare la Sella di Altana (1130 m.), situata sulla cresta SO del Pizzo dell'Acquila. Da qui dobbiamo raggiungere la vicina ed ampia cresta O seguendo una evidente cengia, un po' esposta ma priva di reali difficolta'. Toccata la cresta O, poco sopra il ripiano roccioso noto come  la Spianata della Guardia,  risaliamo una ultima rampa erbosa e giungiamo in vetta al Pizzo dell'Acquila dalla quale si ha un notevole colpo d'occhio sul Pizzo d'Uccello e la Cresta di Nattapiana. Continuiamo sulla cresta e dopo una breve discesa e una successiva rapida risalita, tra paleo e roccette, arriviamo in vetta al Colle di Nattapiana (1265 m.): da qui inizia il segmento di cresta un poco piu' impegnativo che ci condurra' alla Foce dei Lizzari. Raggiungiamo senza difficolta' una successiva quota (circa 1285 m.) per poi calare su ripide roccette ad una stretta sella e risalire dall'altro lato superando una breve placchetta (II-) abbastanza esposta ma su roccia buona. Si prosegue senza percorso obbligato, aggirando i risalti piu' ripidi sulla dx, affrontando qualche altro passo di I, fino a giungere alla Foce dei Lizzari (1265 m.). Qui incontriamo l'indicazione per il Sentiero Piotti a dx (CAI 191), mentre a sx parte lo Zaccagna (chiuso). I tratti attrezzati che incontreremo sono 3, ma le difficolta' maggiori si trovano nei tratti privi di attrezzatura. In particolare un tratto di parete calcarea da traversare (ora è presente una catena - 09/2023), su rocce rotte, richiede attenzione ed un successivo saltino di roccia da aggirare e scendere, in leggera esposizione, da superare con cautela. Si incontrano i primi due tratti attrezzati facili sino a giungere nei pressi del Canal Doglio. Qui comincia l'ultimo tratto attrezzato, il piu' lungo, che ci consente di risalire un salto roccioso di circa 50 m. che costeggia il canale. I primi metri sono un po piu' ripidi, ma volendo è possibile, seguendo a sx il canalino di ghiaie alla base del saltino iniziale,(vecchi segnavia e ancoraggi ancora evidenti) e con estrema facilita' aggirare il primo tratto. Si prosegue senza difficolta' e terminate le attrezzature si entra nuovamente nel bosco. Si continua. adesso senza piu' tratti impegnativi affrontando vari sali scendi faticosi, fino ad uscire in ambiente aperto caratterizzato da massi sparsi; su uno di questi i segnavia indicano  una traccia (sulla dx) che permette di calare sul 175 senza raggiungere il Giovetto. Noi insistiamo invece sulla sx (traccia piu' labile) risalendo un canalino erboso, poi su ghiaie e paleo fino ad imboccare sul finale una corta cengetta da sx a dx che ci conduce ad una focetta a breve distanza dal Giovetto che raggiungiamo (1507 m.). Proseguiamo adesso sulla sx (CAI 181) fino ad un nuovo bivio: lasciamo il CAI 181 sulla dx e proseguiamo dritti sulla traccia che conduce all'attacco della normale del Pizzo d'Uccello. Senza raggiungerne l'attacco, poco prima di un tratto caratterizzato da un breve canalino di roccia alla sx di un risalto scartiamo sulla dx (scritta scolorita "Siggioli - per Esperti). Seguiamo quindi l'evidente sentierino pianeggiante fino a giungere sotto il Torrione di Capradossa: abbandoniamo la traccia e risaliamo a vista fino a toccare il soprastante crinalino che collega il Torrione di Capradossa al Pizzo d'Uccello. Continuiamo senza difficolta' verso sx e poco dopo iniziamo a vedere alcuni recenti bolli rossi. I preziosi segnavia guidano la salita ed aiutano ad imboccare il giusto canale da risalire. Passiamo a fianco di due piccoli gendarmi rocciosi (piu' evidenti dall'alto) sopra i quali si stacca un vago canalino (qui i bolli cessano), di rocce rotte e detriti che iniziamo a risalire (I/I+) fino a toccare una piccola focetta che si affaccia sul Canale dei Genovesi. Proseguiamo sulla sx, risalendo un invaso di erbe e rocce, adesso senza particolari difficolta' fino ad uscire su un ampio crinale roccioso che scende dall'anticima S del Pizzo d'Uccello. Raggiunta l'anticima S confluiamo nella normale ed in breve arriviamo in vetta. Iniziamo la discesa seguendo stavolta i segni blu della normale fino a tornare nuovamente al Giovetto per poi proseguire (CAI 181) fino a Foce di Giovo (1500 m.). Scartiamo a dx sul CAI 175, ignoriamo il bivio con il CAI 37 e proseguiamo attraversando la zona delle Capanne di Giovo (ruderi) per poi entrare nel bosco fino a confluire sul largo stradello (CAI 38) nei presti della Maesta del Dglio. Insistiamo sul CAI 175 sulla dx, traversiamo il greto secco del canale e proseguiamo fino ad incontrare le prime case di Vinca, nei pressi di un tornante di via Orzale. Guidati dai segnavia scendiamo a sx lungo la via, imbocchiamo via Fontana Vecchia, superando l'antica fontana e scartiamo nuovamente a sx fino a giungere sulla via Tedesca e quindi alle auto. 

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