Canala Bura - Taneta - Diacceto

DIACCETO 910 M.

CanalaBura

itinerario breve e poco faticoso ma da non sottovalutare: si sviluppa in una zona selvaggia con problemi di orientamento e prevede il superamento di un tratto (la risalita della Canala Bura) su terreno molto infido. Punto di partenza è la localita' di Conchiusi (270 m.), che raggiungiamo in auto uscendo dall'A12 all'altezza di Massa, per poi seguire le indicazioni per i paesi di Canevare e Guadine, percorrendo Via della Bassa Tambura, sino al piccolo borgo di Gronda; qui abbandoniamo la strada principale per svoltare a dx nei pressi di un ponte che valichiamo, per poi continuare per circa 1.5 km su stradello asfaltato, al termine del quale parcheggiamo a bordo strada. Lo stradello proseguirebbe sterrato fino alle cave di Renara mentre noi torniamo indietro per un breve tratto per poi seguire sulla sx uno stradello nel bosco, un po' infrascato (freccia bianco-nera "Canala Bura Taneta"), Lo stradello, malridotto ma comunque sempre evidente, si inoltra nella valle di Taneta. Si ignorano varie tracce verso dx, una delle quali (che cala da un soprastante traliccio elettrico) sara' il nostro ritorno. In prossimita' di una decisa deviazione sulla sx (colata di cemento e condotto - circa 395 m.) lasciamo lo stradello e scartiamo sulla dx (scritta rossa scolorita su un sasso "Canala Bura"). Iniziamo la risalita dell'angusta forra, su vaga traccia, rimanendo prevalentemente sul fondo, fino ad un primo balzo che sbarra la progressione: una traccia scoscesa lo aggira sulla dx per poi rientrare sul fondo alla base di un angusta strettoia. La risalita di questo secondo balzo sarebbe abbastanza agevole sul lato sx (presente cordino metallico malmesso) se non fosse completamente invaso dai rovi: Avanziamo tenendoci quindi sul lato dx, non difficile (I+ ma infido) e nella parte alta facendoci un po' di spazio tra i rovi. Eccoci dunque al terzo ed ultimo salto, il piu' impegnativo: una placca estremamente viscida (II) assistita da cavo elicoidale e spezzone di corda non particolarmente affidabili. Si puo' scegliere in alternativa di stare sul lato dx, piu' asciutto, ma con difficolta' maggiori. Superata la placca, se ne incontrano altre piu' appoggiate (I) ma sempre estremamente scivolose. In alcuni punti si notano le taccature dei cavatori (incredibilmente in questo fosso scendeva una via di lizza) ma spesso sono in zone bagnate dove non è da escludere una pericolosa perdita di aderenza. Usciamo finalmente dal tratto impegnativo su vaga traccia tra paleo e bassi arbusti arrivando in una zona dove il canale si allarga ed inizia un grande ravaneto che seguiamo guidati da vari ometti. Arriviamo cosi' nei pressi di una conca caratterizzata da molti ravaneti, lizze ed edifici di cava, poco sotto la testata della Valle di Taneta. Alcuni ometti guidano sulla sx (diretti probabilmente alla Cava della Serra delle Rose) noi proseguiamo a dx ma lasciamo la serie di ometti che insiste ancora sulla dx per risalire a vista un ripido costone erboso tra due rami del grande ravaneto, puntando, come riferimento, all' evidente edificio delle cave di Taneta. Usciamo a meta' strada tra tale edificio e la Cava Alta della Serra delle Rose che raggiungiamo seguendo una traccia che traversa (bolli rossi) sulla sx. Dalla piccola ma panoramica cava (782 m.) torniamo sui nostri passi seguendo adesso fedelmente i numerosi bolli rossi che ci fanno traversare fino a giungere all'edificio di cava che avevamo preso come riferimento (807 m.) e superatolo sulla dx iniziamo a risalire ripidamente fino a poco sotto una forcella (878 m. - consigliata la breve digressione panoramica): qui proseguiamo lungo una esposta cengetta di cavatori che traversa sulla dx, in alcuni punti attrezzata con cavo malmesso, giungendo nei pressi di un rudere di cava in pietra. Continuiamo a traversare verso dx, sempre guidati dai bolli rossi, puntando agli edifici di cava di Diacceto, gia' visibili da tempo. Come ultimo ostacolo da superare una breve placca assistita da cavo (anche questo malandato ed inutilizzabile) un po' esposta; superata questa ultima difficolta' giungiamo a Diacceto (910 m.), in posizione panoramica anche se alla nostra sx abbiamo la cava attiva di Valsora. Iniziamo a scendere seguendo la marmifera diretta alla sottostante cava attiva fino all'evidente spiazzo: da qui è ora possibile vedere l'antica lizza di Diacceto che dobbiamo raggiungere. Prima di proseguire facciamo un'altra brevissima digressione al sito protetto del biolago delle Cave Valsora formatosi tra i tagli di cava e dove prosperano colonie di Tritoni Alpestri Apuani. Tornati sui nostri passi, traversiamo al meglio su terreno detritico fino a giungere sulla via di lizza precedentemente individuata e che prosegue in buone condizioni fino a condurci nei pressi di un crinalino (circa 770 m.) dove dobbiamo scartare a dx su buona traccia (ometti) che inizia a perdere dislivello ripidamente e con svariate serpentine, rimanendo sempre sufficientemente evidente, fino ad immettersi sulla Lizza di Taneta. La seguiamo sulla sx per un bel tratto panoramico fino a giungere nei pressi di una strettoia: superata la strettoia la lizza sparisce e caliamo sulla dx, nel bosco su traccia adesso piuttosto vaga, specialmente in questo primo tratto (qualche ometto aiuta). Piu' in basso la traccia percorre un breve crinalino fino a condurci nei pressi del traliccio elettrico gia' individuato alla partenza La traccia continua alla dx di questo ed in breve ci fa ricongiungere con lo stradello infrascato che abbiamo percorso all'andata: di qui in breve torniamo al punto di partenza.   

NOTE

  • La risalita della Canala Bura, con rocce asciutte, non comporterebbe nessuna particoloare difficolta'...il problema è riuscire a trovarle asciutte!

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