Monti Contrario e Cavallo (traversata dal Rif. Orto di Donna)

MONTE CONTRARIO 1790 M. - MONTE CAVALLO 1888 M.

Cavallo

Traversata spettacolare, di grande impegno ma di enorme soddisfazione. Sicuramente, ad oggi, lo considero il piu' difficile itinerario apuano percorso. Punto di partenza è il Rifugio Orto di Donna (1493 m.) in Val Serenaia, dove abbiamo pernottato; il giorno precedente lo avevamo raggiungto con partenza da Biforco (MS) percorrendo la Via Ferrata degli Alberghi. Dal piazzale del rifugio ci incamminiamo diretti al vicino Passo delle Pecore (1603 m.) passando nei pressi di alcuni tagli di cava, un vecchio edificio di servizio e alcuni grandi massi con spit. Dal passo seguiamo sulla sx una vaga traccia che in breve ci conduce ai piedi di una erta paretina di rocce e paleo: la affrontiamo direttamente per poi traversare sulla sx su cengetta esposta terminata la quale riprendiamo a guadagnare metri dritti su paleo molto ripido. Piu' in alto la pendenza diminuisce un poco ed affrontiamo un breve crinalino erboso che ci deposita alla base del tratto roccioso della cresta. Ne iniziamo la risalita (qualche passo di II) rimanendo prevalentemente sul versante N. L'esposizione è notevole, specialmente quando si guadagna il filo e ci si affaccia sul versante della Valle degli Alberghi. La roccia è ben appigliata ma è necessario testare bene ogni presa ed appoggio. Si segue l'esile filo fino ad un erto salto che aggiriamo sulla sx calandoci lungo un canalino e successivamente per esposta cengetta alla base, per poi riprendere il filo risalendo una rampa di detriti e paleo. Arriviamo cosi', senza piu' difficolta', sulla vetta. Adesso iniziamo la discesa calandoci lungo la cresta est: si intuisce una buona traccia tra il paleo che transita poco sotto il filo roccioso versante degli Alberghi. Intercettato piu' in basso il filo ci caliamo (traccia) in un erto e delicato canale di paleo giungendo ad una sella ai piedi di un caratteristico torrione. Qui probabilmente commettiamo un errore: invece di proseguire per la Foce di Monte Cavallo scartiamo sulla sx (senza traccia) calandoci in un canale di paleo (versante Val Serenaia) per poi iniziare a traversare a vista verso dx con l'obiettivo di raggiungere Foce Cardeto. Ci ritroviamo a monte di un verticale salto di paleo e rocce che preferiamo affrontare calandoci in doppia. Superata la difficolta' proseguiamo la traversata piu' facilmente raggiungendo il CAI 179 poco sotto la foce (1644 m.). Adesso iniziamo la risalita della cresta N del Monte Cavallo: una traccia evidente ci fa guadagnare ripidamente quota, evitando alcuni saltini iniziali. Dopo un tratto aperto incontriamo un saltino (II) e successivamente un secondo, superato il quale siamo definitivamente sul filo (i due salti possono anche non essere affrontati direttamente). L'esposizione comincia ad aumentare e il filo a restringersi; giunti ad una sorta di spalla dobbiamo affrontare l'ultimo ripidissimo strappo rimanendo il piu' possibile sul filo (I-II e roccia da testare). Arriviamo cosi' sulla cima N del Cavallo (1882 m.) dalla quale proseguiamo (direzione S) diretti ai piedi della cima principale scavalcando due piccoli e facili riisalti. Il colpo d'occhio sulla "vela" è abbastanza impressionante: in realta' la sua risalita', benche' delicata, si rivelera' piu' agevole di quanto mi immaginassi. Inizialmente si deve salire diagonalmente verso dx una placconata agevolata da un cavetto metallico (buone condizioni, probabilmente rinnovato in tempi recenti); terminato il cavo si guadagna il filo liberamente (tratto esposto). Adesso lo si segue piu' o meno direttamente: si usano le mani ma non ci sono particolari difficolta' tecniche anche se l'esposizione è elevata. Mettiamo cosi' piede sulla cima principale (ometto e cartello). Continuiamo la spettacolare traversata delle "gobbe" calando ad una selletta seguita da un basso risalto dal quale scendiamo senza particolari difficolta' arrivando ad una nuova sella ai piedi della punta quotata (1873 m.). La risalita di quest'ultima richiede ancora attenzione in quanto molto esposta: noi ci siamo tenuti un poco a sx del filo, seguendo una vaga traccia. Caliamo ancora fino ad incontrare sulla dx una traccia che ci consente di abbandonare la cresta e scendere sul versante del Canal Pianone: la discesa è su ripido paleo ma senza particolari difficolta'. Piu' in basso la traccia inizia a traversare sulla sx quasi parallela al CAI 167 che corre pochi metri piu' in basso. Risaliamo cosi' fino alla Forcella di Porta (1747 m.) per poi scendere al sottostante Passo della Focolaccia (1642 m.). Seguiamo adesso la marmifera (CAI 36-166) passando a fianco del Bivacco Aronte e proseguendo fino ad incontrare la deviazione per il CAI 166A, poco oltre le Cave del Padulello, che si sviluppa inizialmente su un crinalino roccioso un po' esposto per poi calare sulla dx alla sella rocciosa del Piastrone dove imbocchiamo la bella lizza del Padulello. Nei pressi di un crinalino lasciamo a sx la lizza (CAI 166A) e proseguiamo a dx (CAI 36) abbassandoci ripidi e tra bassa vegetazione invadente lungo il Canale della Vettolina. Piu' in basso la traccia traversa verso sx, superando alcuni ruderi e raggiungendo la Foce della Vettolina (1019 m.). Andiamo a dx per un breve tratto (CAI 170) fino ad incontrare il bivio con il CAI 36 (sulla sx): lo seguiamo traversando un invaso per poi risalire un breve tratto su cengia rocciosa attrezzata. Successivamente caliamo fino a giungere alle Cave Borre di Cerignano dove imbocchiamo una vecchia marmifera (sempre CAI 36). Giungiamo al bivio con il CAI 161 che poco dopo si stacca nuovamente sulla sx: noi proseguiamo sulla marmifera che ci condurra' fino a Biforco (CAI 36), dove avevamo lasciato l'auto il giorno precedente. 

NOTE:

E' un dettaglio, ma specifico che ho valutato la difficolta' (molto alta) con l'ottica dell'escursionista. Ringrazio gli amici di Carrara senza i quali non avrei mai fatto un giro del genere.

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